lunedì 6 aprile 2009

Anacronisticamente a misura d'uomo


Ci sono cose per le quali nutriamo forte interesse e spesso sono quelle che ci fanno riflettere anche in modo più generale riguardo il mondo che ci circonda.
Ora, tutto il mondo industrializzato è sempre alla rincorsa della maggiore produttività, della risorsa più efficiente per confezionare prodotti da venderci.

Il progresso ha senza dubbio soprattutto lati positivi; ma questo se si parla di progresso scientifico, basato sulla ricerca vera.
Il modello sociale nel quale invece ci troviamo a vivere non è basato sul progresso scientifico, bensì sul consumo. Noi siamo i "consumatori" e nient'altro che questo...i "consumatori".
Che parola odiosa!

Ora se il progresso scientifico è fondato su fondamenta etiche oppure su meri interessi economici non cambierà nulla vien da pensare...l'importante è che sia ricerca, chiunque sia il suo finanziatore. E qualcuno dirà che molte delle nostre più moderne invenzioni sono frutto di ricerca bellica.

Io credo invece che la differenza ci sia e sia pure bella grossa...farei volentieri a meno di qualche comodità barattandola con qualche guerra in meno.
E ora che il consumismo sfrenato ha fallito possiamo finalmente interrogarci su quanto in realtà consumare tutto quel che consumiamo sia del tutto futile...e a chi pensa che il consumo crei lavoro e che sia tutta una ruota che gira dico:
la ruota può anche girare in un altro modo, la nostra società non è l'unica società possibile.

Possiamo e dobbiamo cambiare qualcosa!!

Io per primo ho straconsumato nella mia vita, e l'ho fatto in modo poco consapevole. Ora rifletto su tutto questo e capisco che siamo davvero schiavi degli oggetti che possediamo; non è un luogo comune millantato dai fricchettoni.

La riscoperta di una vita più semplice potrebbe essere una chiave di svolta per vivere più serenamente su questa terra. Ognuno ha le sue ambizioni e la sua sensibilità riguardo le cose me fermarsi a riflettere circa la condizione nella quale ci siamo infilati può essere un'idea.

La tecnologia è una cosa meravigliosa: comunichiamo tramite internet con persone lontane migliaia di chilometri e abbiamo la possibilità di trapiantare organi, salvare vite umane, dare una gamba a chi l'ha perduta...di questo abbiamo bisogno.
Ma cambiare un cellulare ogni sei mesi, avere tutti i vestiti firmati e accumulare oggetti e denaro...chi ha bisogno di questo?

Questi sono bisogni indotti dalla stessa società che ci circonda; il consumo non è il solo modo di mandare avanti la baracca; dobbiamo tornare a modelli più sostenibili anche per una nostra salute mentale e del corpo. Vivere con meno ansie e stress indotti.

Possedere meno oggetti è davvero una rinuncia oppure è una liberazione?!

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