venerdì 30 ottobre 2009

Ubuntu 9.10 "Karmic Koala"


E' uscita la nuova versione della più famosa distribuzione linux: Ubuntu
Questo nuovo rilascio (nome in codice Karmic Koala) si avvicina ancor di più alle esigenze dell'utente medio offrendo un'installazione semplicissima e un parco software vastissimo; ecco le novità in pillole:

  • Grafica ridisegnata
  • Compatibilità hardware elevatissima
  • Empathy: un unico programma per gestire tutte le proprie chat
  • Gestione dei file multimediali pratica e divertente
  • Upload di immagini direttamente su Flickr, Facebook, Picasa con un click tramite F-Spot
  • Firefox 3.5 per navigare in rete
  • OpenOffice 3.1 per gestire documenti di ogni tipo
  • 2GB di spazio sul web con Ubuntu One per sincronizzare i propri dati con tutti i pc che si vuole
  • Nuovo software center per installare e disinstallare programmi con la massima semplicità
  • Stabilità impressionante

Come al solito il sistema è immune da virus, spyware e malaware anche senza installare antivirus e ovviamente il tutto è gratuito!!!

Consiglio di scaricare tramite torrent: trovate accurate istruzioni sulla pagina linkata.

Caso Mills-Berlusconi


Ecco un link ad un articolo interessante che sviscera la questione.
Se Mills è stato corrotto chi è il corruttore?
Il nostro premier ovviamente.

mercoledì 28 ottobre 2009

Trasparenza al 100%

Ecco il link alla votazione estrapolata dal sito del parlamento

Votazione scudo fiscale


Vorrei cercare di fare luce sulla votazione allo scudo fiscale e tentare di capire veramente come sono andate le cose, facendo nomi e cognomi.

Il provvedimento è passato con 20 voti di scarto (270 si contro 250 no) e tra i deputati dell'opposizione ne mancavano 29
Ecco i nomi:

Idv Aurelio Misiti.

Pd Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capodicasa, Enzo Carra, Lucia Coldurelli, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Antonio Gaglioni, Dario Ginefra, Oriano Giovanelli, Gero Grassi, Antonio La Forgia, Marianna Madia (assente perché si è dovuta sottoporre ad un importante accertamento medico), Margherita Mastromauro, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giamomo Portas, Sergio D'Antoni (quest'ultimo ha reso noto che la sua assenza era dovuta alla necessità di sottoporsi a ricovero urgente per accertamenti medici presso la clinica universitaria Sant'Orsola Malpighi di Bologna) e Linda Lanzillotta, Giovanna Melandri, Lapo Pistelli (tutti e tre impegnati a Madrid per seguire, per conto del Partito Democratico e del gruppo parlamentare che aveva autorizzato la missione, i lavori del Convegno «Global Progress Conference» promosso dal Center of American Progress e dalla Fundacion Ideas para el progreso. Furio Colombo, che sul tabulato distribuito ai deputati, risultava assente, è intervenuto in aula per annunciare che era presente ed aveva votato contro.

Udc Francesco Bosi, Amedeo Ciccanti, Giuseppe Drago, Mauro Libè, Michele Pisacane, Salvatore Ruggeri.

Se ci fossero stati il provvedimento sarebbe stato bloccato?! Beh è probabile ma quanti deputati della maggioranza mancavano? (perché le cose bisogna dirle tutte)

I deputati della maggioranza assenti erano 38:

Giuseppe Angeli, Vincenzo Barba, Luca Barbareschi, Amato Berardi, Sandro Biasotti, Giulia Bongiorno, Manlio Contento, Nicolò Cristaldi, Manuela Di Centa, Francesco Divella, Fabio Gava, Antonello Iannarilli, Amedeo Laboccetta, Gianni Mancuso, Barbara Mannucci, Giuseppe Moles, Angela Napoli, Massimo Nicolucci, Andrea Orsini, Giancarlo Pittelli, Manuela Repetti, Roberto Rosso, Gianfranco Sammarco, Elvira Savino, Umberto Scapagnini, Maurizio Scelli, Maria Grazia Siliquini, Francesco Stagno D'Alcontres, Lucio Stanca, Mirko Tremaglia, Denis Verdini, Elio Belcastro, Ferdinando Latteri, Antonio Milo, Guido Bonino, Giacomo Chiappori, Ettore Pirovano, Claudio D'Amico.

In definitiva quel giorno l'opposizione poteva pure "farcela" ma il provvedimento si sarebbe poi ripresentato in aula con di certo tutti i deputati presenti e allora la sostanza non sarebbe cambiata= 270+38=308 - 250+29=279

Con questo non sto difendendo gli assenti, dico solo che le cose vanno viste a 360° e non come ho sentito spesso in questi giorni solo a metà.

In più c'e da dire che i "Big" del PD contrariamente a tante voci (non ufficiali) erano presenti TUTTI.

venerdì 23 ottobre 2009

Individualismo sfrenato

Quando poi vi fermate fate un fischio!

Sempre più spesso mi accorgo che intorno a me si sta tenendo una corsa sfrenata; che già a me piace camminare.
Una corsa verso l'affermazione personale, a tutti i costi, nell'ambito che si è scelto (?).

E non c'è famiglia, non c'è amore che tenga: si insegue il successo personale e basta. Con questo non sto e non voglio generalizzare ma è una situazione che mi capita sovente di notare. Sono un forte sostenitore della tolleranza e qualsiasi scelta di norma la accetto senza troppe smorfie ma non posso esimermi dallo scrivere che si sta esagerando.

Avrò una visione antiquata delle cose ma credo che circondarsi di persone alle quali si vuole bene (e che possibilmente ricambiano) sia notevolmente più importante di essere dirigente di questa o quella azienda.
Non dico che non si deve cercare una carriera o chincaglierie simili; per carità ognuno faccia ciò che crede. La cosa astrusa è che si da spesso maggior valore al lavoro e al denaro rispetto a quello che si da ad un rapporto personale, che andrebbe coltivato in modo naturale.

A volte addirittura si preferisce trasferirsi per un'opportunità di lavoro mollando magari la famiglia e gli amici per una prospettiva di soddisfazione puramente personale (spesso la patetica scusa è: mi farò altri amici là)

La ricerca della felicità è un fatto complesso e comprende la soddisfazione personale ma io credo sia un insieme di fattori e non la raggiunta dell'apice in una sola.

giovedì 22 ottobre 2009

L'insuccesso costante

Riflettendo sugli ultimi anni di politica sembra di assistere a una totale impreparazione della sinistra all' "anomalia Berlusconi".
Forse è troppo semplicistico dire che la sinistra concentrandosi così tanto su Berlusconi non riesce a proporsi al paese in un modo efficace; probabilmente è azzardato asserire che si è perduto l'obiettivo correndo dietro al presidente del consiglio ribattendo giorno per giorno alle sue affermazioni.

Queste sono comunque riflessioni che non riesco a non fare: cercando di comprendere il cattivo stato di salute dell'altra fazione politica (sbaglio o viviamo un bipolarismo politico un poco patetico?)

Il Partito Democratico racchiude in se stesso un idea stupenda che è quella di riunire al suo interno persone diverse tra loro; pensate agli amici che abbiamo alle persone con cui conviviamo ogni giorno: siamo tutti diversi ma troviamo quasi sempre il modo di venirci incontro.
Ecco, questa idea di costruire un partito multiculturale per rappresentare la maggior parte di persone nel paese, sembra proprio alla base del suo fallimento:

  1. L'italiano medio non è multiculturale.
  2. Alle elezioni gli italiani (soprattutto di sinistra) non votano un partito se al suo interno c'è una persona che non gradiscono.
Questo è triste a mio parere però bisogna essere pragmatici e capire il paese prima di tutto se poi lo si vuole governare.

giovedì 8 ottobre 2009

Lodo Alfano bocciato: sbloccati i processi a Berlusconi

La corte costituzionale ha bocciato il "lodo Alfano" perché viola 2 articoli della costituzione italiana:
  • art. 138 obbligo di far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria;
  • art. 3 uguaglianza di tutti i cittadini (anche di fronte alla legge).

Ora i processi a carico del nostro premier possono essere riaperti:
  • caso Mills (corruzione in atti giudiziari);
  • caso Mediaset (reati societari nella compravendita dei diritti TV).
Alla fine ha prevalso la democrazia.

giovedì 1 ottobre 2009

"Informazione" televisiva

Riporto un interessante articolo letto sul sito di repubblica:

Tg1, la realtà deformata

di GIUSEPPE D'AVANZO


Qualche numero essenziale, per capirci meglio. Nella campagna elettorale per le elezioni europee, secondo uno studio del Censis (9 giugno 2009), il 69,3 per cento degli elettori si è informato e ha scelto chi votare attraverso le notizie e i commenti dei telegiornali.

I tiggì sono il principale mezzo per orientare il voto soprattutto tra i meno istruiti (in questo caso, siamo al 76 per cento), i pensionati (78,7 per cento) e le casalinghe (74,1 per cento).

È necessario cominciare allora da questa scena. Più o meno sette italiani su dieci - che diventano otto su dieci tra chi è avanti con gli anni, è meno istruito o è donna che lavora in casa e per la famiglia - scrutano la vita, la realtà e il mondo dalla finestra aperta dai telegiornali - tra cui il Tg1 e il Tg5 - da soli - raccolgono e concentrano oltre il 60 per cento del pubblico. Nella cornice di questa finestra buona parte degli italiani matura emozioni, percezioni, paure, insicurezza, fiducia, ottimismo, consapevolezze, orienta o rafforza le sue opinioni. Che cosa vedono, o meglio che cosa gli mostra quella finestra? Nello spazio stretto, quasi indefinito, tra la realtà e la sua rappresentazione mediatica si possono fare molti giochetti sporchi. Per esempio, spaventare tutti con il fantasma di un'inarrestabile criminalità che ci minaccia sulla soglia di casa o eliminare ogni incubo cancellando ogni traccia di sangue e di crimine. Nel secondo semestre del 2007 (governa Romano Prodi), i sei tiggì maggiori dedicano a fatti criminali 3.500 cronache. Nel primo semestre di quest'anno (Berlusconi regnante) 2.000 (fonte, Osservatorio di Pavia, report "Sicurezza e Media", curato da Antonio Nozzoli). Stupefacente il tracollo di storie nere nel Tg5. Con Prodi a Palazzo Chigi, le cronache criminali sono 900 (secondo semestre 2007). Diventano con Berlusconi 400 (primo semestre 2009). Il Tg1 Rai non giunge a tanto. Le dimezza: da 600 a 300.

È un gioco sporco, facile anche da fare: ometti, sopprimi, trucchi la scena secondo le istruzioni politiche del momento. Più o meno, un gioco delle tre carte. Carta vince, carta perde. Il crimine c'è e ora non c'è più perché il governo lo ha sconfitto o ridimensionato. Se fosse necessaria una nuova stagione di paura e di odio, riapparirebbe nelle mani del sapiente cartaro. In questa tecnica di governo non è necessaria l'azione, l'agire, mettere in campo politiche pubbliche contro il crimine, di sostegno alle imprese e alla famiglie, di protezione sociale per chi perde il lavoro, per fare qualche esempio. È sufficiente comunicare che lo si sta facendo, che lo si è fatto, e magari gridare al "miracolo". Come per il terremoto dell'Aquila. Ogni settimana, il capo del governo si autocompiace per l'evento incredibile, prodigioso che ha realizzato. Ma è autentico "il miracolo di efficienza"? Se si stila una classifica dei tempi di assegnazione di "moduli abitativi provvisori" si scopre che a San Giuliano di Puglia, i primi 30 moduli furono consegnati a 82 giorni dal sisma, in Umbria a 98 giorni, finanche in Irpinia (dove ci furono 3000 morti e 300 mila sfollati) in 105 giorni mentre in Abruzzo i primi moduli sono stati attribuiti a Onna dopo 116 giorni. Non basta dunque il racconto di un fatto in sé per comprenderlo. Il fatto in sé diventa trasparente soltanto se si rendono accessibili e trasparenti i nessi, le relazioni, i conflitti che vi sono contenuti. Privato della sua trama, delle sue relazioni con il passato e con il futuro, il fatto deteriora a immagine, a spettacolo e dunque è vero perché il fatto è lì sotto i nostri occhi; al contempo, è falso perché è stato manipolato, ma in realtà è finto perché l'immaginazione vi gioca un ruolo essenziale e parlare di "miracolo" - non c'è dubbio - aiuta la fantasia.

Il capolavoro di questa tecnica di comunicazione che diventa disinformazione lo raggiunge, come si racconta a pagina 13, il Tg1 di Augusto Minzolini quando dà conto delle disavventure di Silvio Berlusconi alle prese con gli esiti di una vita disordinata che gli consiglia di candidare a responsabilità pubbliche le falene che ne allietano le notti. Il caso nasce politico: così si rinnovano le élites? Se ne accentua la politicità con l'intervento di Veronica Lario che rivela le debolezze e la vulnerabilità del premier. Berlusconi avverte che in ballo c'è la sua credibilità di presidente del Consiglio. Va in televisione a Porta a porta per spiegarsi. Gioca male la partita. Mente, si contraddice. Gliene si chiede conto. Farfuglia. Tace. Decide di rivolgersi a un giudice per vietare che gli si facciano anche delle domande. È l'ordito di un "caso" che diventa (a ragione) internazionale. Il Tg1 lo spoglia di ogni riferimento. Dà conto soltanto degli strepiti del Capo: "complotto", "trama eversiva". Si lascia galleggiare quest'accusa. Contro chi? Perché? Che cosa è accaduto? Non lo si dice. Appare la D'Addario. Ha trascorso una notte con il capo del governo, è stata candidata alle elezioni. È la conferma dell'interesse pubblico dell'affare, è la prova della ricattabilità di Berlusconi. Minzolini fa finta di niente. Cancella i rilievi dei vescovi; della figlia di Berlusconi, Barbara; l'attenzione della stampa internazionale. Spinge in un altro segmento del notiziario il destino del direttore dell'Avvenire, accoppato per vendetta dal giornale del Capo; i traffici di Gianpaolo Tarantini, il ruffiano di Palazzo Grazioli. Senza contesto e riferimenti, che cosa può comprendere quel 69,3 per cento di italiani che si informa soltanto attraverso le notizie del Tg? Nulla. Non comprenderà nulla e potrà bere come acqua di fonte che si tratta soltanto, come dice il direttore del Tg1, "dell'ultimo gossip". (I sondaggisti non sembrano curarsi di che cosa sappiano davvero dell'affare gli spettatori disinformati che interrogano).

Non siamo soltanto alle prese con una cattiva informazione o con un giornalismo di burocrati obbedienti. Abbiamo dinanzi un dispositivo di potere con una sua funzione psicologica determinante. Siamo assediati dal crimine o no? Devo avere paura o fiducia? All'Aquila c'è davvero un "miracolo" che presto toglierà dai guai tutti coloro che ne hanno bisogno? C'è "un complotto" che minaccia il premier o il premier ha combinato qualcosa che dovremmo sapere e che lui dovrebbe spiegare? Se - tra soppressioni, omissioni, menzogne - si abituano le persone a questa confusione inducendole a credere che nulla sia vero in se stesso e che ogni cosa può diventare vera o falsa per decisione dell'autorità e con l'obbedienza dei tiggì, si nientifica la realtà; si distrugge l'opinione pubblica; si sterilizza la coscienza delle cose; va a ramengo ogni spirito critico. È quel che accade oggi in Italia dove un unico soggetto pretende di detenere - con il potere - la verità, il diritto all'autocelebrazione, al racconto unidimensionale, ogni leva delle nostre emozioni e delle nostre esperienze. Oggi che si discute di che cosa deve essere il servizio pubblico, vale la pena ricordare che la libertà dell'informazione non è fine a se stessa, ma è solo un mezzo per proteggere un bene ancora più prezioso della libertà del giornalista: il diritto dei cittadini a essere informati.

Link all'articolo