sabato 26 settembre 2009

Soyombo


Un viaggio è qualcosa che può divertire, sconvolgere, annichilire, disorientare... e molto altro; sicuramente però arricchisce e mette in luce parti di te stesso che magari non consideravi.

Intraprendere un viaggio verso la Mongolia è una scelta ardita perché ti trovi di fronte a una realtà lontana tanto nella società quanto nella geografia.

La natura completamente selvaggia, il contatto con i nomadi, il profumo stesso dell'aria penetrano il tuo "Io" come lame indolori. Ogni sensazione è profondamente differente da ciascuna provata qui in Italia; la cosa più straordinaria è vedere che vivere con poco (pochissimo) non solo è possibile ma forse più gratificante e senz'altro meno alienante.

La scoperta di culture diverse aiuta a migliorare la nostra apertura mentale e ci fa comprendere quanto le differenze siano fondamentali per una crescita continua; lo stimolo che proviene dal diverso è tanto forte quanto essenziale per spingerci a confini sconosciuti.
Il rovescio della medaglia è che magari puoi anche apprezzare di più certi aspetti del tuo paese d'origine.

In tutta onestà, vedendo quanto dovevano lavorare i nomadi per mantenere il bestiame e poter quindi sopravvivere, difficilmente farei a cambio con loro; c'è però da dire che esistono le vie di mezzo e condurre una vita simile alla loro ma con l'ausilio delle nostre tecnologie non solo sarebbe assai corroborante ma anche eco-sostenibile e ci aiuterebbe a ricreare quel legame con la terra che in occidente abbiamo perso del tutto.

Qui è tutto dato per scontato, siamo noi i proprietari della terra. Io credo invece che noi siamo ospiti del nostro pianeta e che dobbiamo quindi rispettarlo e sentirci legati ad esso con gioia, per la possibilità di vivere in un punto meraviglioso della nostra galassia.


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